Albino Angeli


Il settore dell’edilizia in legno è nel momento storico giusto, con la tecnologia costruttiva ideale da tutti i punti di vista; si deve solo renderla ulteriormente performante e divulgare tali vantaggi al mondo


Albino Angeli, ingegnere, è Presidente e Amministratore Delegato di Xlam Dolomiti Srl, azienda che ha la maggior capacità produttiva di XLAM sul mercato Italiano e progetta, produce e realizza edifici in legno. È inoltre consigliere incaricato di Assolegno per il gruppo “Grandi strutture e produttori di legno lamellare e XLAM”.

Quale ritieni sia il gap informativo/pregiudiziale più forte fra i clienti ed i progettisti rispetto alla costruzione in legno?
I pregiudizi più comuni sulla costruzione in legno sono quattro:

  • La resistenza al fuoco (“il legno brucia”)
  • La durabilità (alcuni lavori fatti male hanno avuto pesanti ripercussioni di immagine sulla costruzione in legno)
  • L’isolamento acustico (“il legno è leggero, quindi non si riesce a garantire un buon isolamento acustico”)
  • Il costo (“costa di più”). Anche questo è un pregiudizio: tenendo in conto i costi reali di cantiere e della performance dell’edificio nella fase di esercizio, la costruzione in legno è competitiva rispetto alla costruzione tradizionale. Occorre sempre pensare all’oggetto finale: non possiamo confrontare un’utilitaria con una macchina sportiva solamente guardando il prezzo. Innanzitutto, la competitività economica viene emerge in termini di velocità di esecuzione e quindi di vantaggio finanziario sul costo dell’investimento. Un secondo punto di forza riguarda l’abbattimento dei costi di cantiere, dei quali molte aziende non hanno un controllo dettagliato.

Ciò si unisce da un problema di ignoranza generalizzata sulla possibilità di realizzare edifici grandi in legno.

Dove pensi ci sia bisogno di ricerca?
Le tematiche più importanti da sviluppare a mio avviso sono tre.

Innanzitutto, i “tall buildings”: mentre la progettazione di edifici di cubature standard è oramai consolidata, c’è bisogno di ricerca per quanto riguarda gli aspetti statici – sismici degli edifici di grande altezza. Adesso siamo in cantiere con l’edificio più alto d’Italia a Rovereto (Social housing area ex Marangoni) e le sfide della gestione di un cantiere come questo sono molto diverse da quelle che si affrontano per cantieri più piccoli.

Secondo punto, la prefabbricazione. Ad oggi si costruisce in legno con un livello di prefabbricazione relativamente basso rispetto alle potenzialità della tecnologia costruttiva. Questo è un tema che si riesce ad affrontare solamente combinando il know-how delle aziende con quello degli istituti di ricerca ed attraverso un piano di comunicazione.

Infine, una considerazione: il legno si è sviluppato molto nel nord Italia, nei paesi scandinavi ed in generale nella zona mitteleuropea. La progettazione degli edifici in legno in climi freddi si può quindi basare su un’esperienza consolidata. Per quanto riguarda invece l’utilizzo del legno in climi tropicali, c’è ancora molta ricerca da fare, soprattutto per tutto quello che riguarda l’analisi termo-igrometrica delle stratigrafie.

Quali sono le soluzioni più utilizzate per l’edilizia a grandi volumi di legno?
Il sistema più economico, e già ampiamente in uso nei paesi anglosassoni, è quello delle strutture ibride. Si realizza la struttura con un sistema a telaio pesante (posts and beams), utilizzando CLT per i solai, si realizza un controvento con un nucleo in cemento armato o in CLT e per quanto riguarda la facciata, si montano elementi a telaio leggero prefabbricati. Salendo con i piani, occorre invece pensare all’ibridazione delle strutture in legno con le strutture in acciaio.

Cosa succederà nel futuro prossimo della costruzione in legno?
Ancora oggi, quando si parla di costruzione in legno, una delle prime domande che mi viene posta è: “ma quindi tagli le foreste?” Il più grosso obiettivo che dobbiamo darci per vedere maggiore diffusione della costruzione in legno è aumentare la consapevolezza sulle possibilità di questa tecnologia costruttiva. Bisogna rendere la gente consapevole che una politica sostenibile di gestione delle foreste è molto più benefica – per l’ambiente innanzitutto – che una non gestione del patrimonio boschivo. Poi bisogna combattere i pregiudizi su questo tipo di costruzione, in modo da combattere la paura per qualcosa che non si conosce, la paura che costi di più.

L’Italia è un paese con un patrimonio immobiliare importante e vetusto. Nei prossimi anni si implementeranno politiche volte alla riduzione del consumo di suolo, e tutto il patrimonio immobiliare costruito fra gli anni ’50 e gli anni ’70 andrà gestito in maniera intelligente – attraverso ristrutturazioni, sopraelevazioni, demolizioni e ricostruzioni. Realizzare tutti questi interventi in legno porta vantaggi logistici e di tempo impressionanti. Per dare un’idea, abbiamo chiuso un cantiere in centro storico a Chioggia: con tre operai, abbiamo montato più di un piano a settimana: in 5 settimane sono stati montati 7 piani. E tutto questo senza il traffico e l’ingombro delle betoniere che passano per il centro storico, nonché il rumore di un cantiere tradizionale.

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