ATER BELLUNO – Arch. Gianluca Rossi

Es ist notwendig, die Versorgung mit Halbfertigprodukten zu verbessern, die oft für Hunderte von Kilometern transportiert werden müssen, bevor sie die Baustelle erreichen, was einen Teil des ökologischen „Vorteils“ des Holzbaus beeinträchtigt.

Quale pensi sia il gap informativo/pregiudiziale più forte fra i clienti ed i progettisti rispetto alla costruzione in legno?

Il legno è stato per lungo tempo parte integrante della tradizione costruttiva storica del bellunese in particolar modo nell’area dolomitica. Questo rapporto si è incrinato a metà ’800 quando, a seguito di alcuni incendi, venne avviata la politica del “rifabbrico”, con la demolizione integrale, in alcuni paesi, delle vecchie costruzioni in legno, sostituite con nuovi edifici in muratura; dal secondo dopoguerra l’uso del legno è ulteriormente ridotto per essere relegato a elemento decorativo della costruzione o poco più. In anni più recenti si è però assistito a una riscoperta di questo materiale da costruzione, specie per piccoli edifici residenziali. Restano comunque alcune perplessità sull’uso del legno in edilizia, riconducibili da un lato alla percezione dello stesso come poco durevole e, dall’altro, al rischio incendio, considerato che è tradizionalmente presente, nelle abitazioni bellunesi, una stufa a legna per l’integrazione al riscaldamento.  

Dove pensi ci sia bisogno di ricerca?

Ritengo sarebbe interessante una ricerca tesa alla verifica dello stato di conservazione di edifici in legno che non si limiti allo studio degli edifici storici, i cui aspetti competono al campo del restauro, quanto piuttosto  agli edifici in legno realizzati, in un passato più recente, con il ricorso a tecniche di prefabbricazione industriale, individuando eventuali criticità legate a possibili errori nel processo industriale di produzione del semilavorato o conseguenti ad errori progettuali o, ancora, a errori in fase esecutiva.

Quali sono le soluzioni più utilizzate per l’edilizia a grandi volumi di legno?

L’esperienza dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Provincia di Belluno nel campo delle costruzioni in legno riguarda la realizzazione di palazzine residenziali di dimensioni contenute (4-6 alloggi su 2 o 3 piani). Per tali edifici si è ritenuta più idonea la tecnica costruttiva denominata “platform frame”; tale scelta si è basata su valutazioni legate alle peculiarità dell’area di operatività dell’Azienda ed in particolare alla sismicità medio-elevata del territorio ed al clima – Belluno è infatti il capoluogo di provincia italiano con la temperatura media invernale più bassa – considerato che nella parete a telaio la coibentazione termica può, in parte, essere ospitata nello spessore della struttura portante.     

Cosa succederà nel futuro prossimo della costruzione in legno?

Il legno sta conquistando importanti fette del mercato delle costruzioni, anche nel settore pubblico e in quello delle grandi costruzioni. Ciò accade perche è ritenuto, ragionevolmente, un materiale più sostenibile di altri in termini ambientali. E’ necessario però migliorare l’aspetto dell’approvvigionamento dei semilavorati, che spesso dai grossi centri di produzione viaggiano per centinaia di chilometri su camion prima di giungere in cantiere, inficiando parte del “vantaggio” ambientale. Inoltre la gestione operativa di un cantiere “in legno” richiede una maggior attività di controllo e professionalità specifiche ancora maggiori rispetto all’edilizia tradizionale. Il futuro della costruzione in legno non potrà quindi che passare attraverso una migliore preparazione di tecnici e operatori, specie di quelli che intervengono nella fase di cantiere per evitare alcuni “errori” del passato che inevitabilmente danneggiano il settore. e nel definitivo superamento delle pregiudiziali che nel recente passato hanno relegato il legno ai margini dell’edilizia e dell’architettura.  

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