Markus Damiani


“Le differenze fra i costi del cantiere fra edilizia in legno e tradizionale? Se usiamo gli stessi parametri tecnici e facciamo un’architettura adeguata al materiale, la differenza si è quasi estinta”

Quali sono i principali pregiudizi sulla costruzione in legno? 

Immagino che tutti gli intervistati concorderanno nel dire che i temi più forti sono due: la durabilità ed il fuoco. Per quanto riguarda la durabilità, ogni materiale deve essere protetto secondo le sue caratteristiche: il legno deve essere protetto a livello costruttivo, e dove ciò non è possibile possiamo scegliere se utilizzare altri sistemi oppure se accettare che ad un certo punto qualche elemento debba essere sostituito. Consideriamo ad esempio la facciata di questo edificio (la sede dell’azienda). L’edificio è stato oggetto di un concorso di architettura; era importante per noi avere una facciata che non fosse scontata e soprattutto che funzionasse sia tecnologicamente che esteticamente. Sappiamo che esporre parti deboli alle intemperie non fa parte della regola d’arte del costruire in legno, ed anche la necessaria impregnazione in autoclave non è un processo molto sostenibile ambientalmente. Abbiamo quindi discusso molto nella ricerca della migliore soluzione ed abbiamo deciso di tentare questo esperimento. Sappiamo che a 20-25 anni dalla realizzazione dovremo sostituire gli elementi, ma per contro in tutto questo tempo abbiamo portato a zero i costi di manutenzione. 

In questo edificio si vedono applicate tante soluzioni costruttive perché, in quanto sede di rappresentanza, volevamo privilegiare l’aspetto estetico – ma occorre ricordare che ogni scelta che va in questa direzione deve essere soppesata rispetto al tema della durabilità. D’altra parte, dobbiamo essere consapevoli che neanche il cemento armato ha 1000 anni di vita! 

La comunicazione mirata a sconfiggere determinati pregiudizi sull’edilizia in legno può essere molto efficace. Circa 15 anni fa, in un’epoca in cui uno dei temi era quello della ricrescita delle foreste, c’è stata una importante campagna pubblicitaria di ProHolz (Holzistgenial!). All’inizio di questa campagna, è stato intervistato un campione di persone: una percentuale irrisoria sapeva che la ricrescita boschiva è molto superiore all’abbattimento, mentre la grande maggioranza pensava che prima o poi le foreste sarebbero state esaurite a causa del mercato del legno. Alla fine della campagna pubblicitaria, le proporzioni erano completamente invertite. È normale che una persona che non è del settore possa non avere consapevolezza sulla questione, mentre quello che dispiace di più è che spesso i tecnici stessi non hanno questa consapevolezza e quindi non la riescono a trasmettere al cliente. 

Le differenze fra i costi del cantiere fra edilizia in legno e tradizionale? Se usiamo gli stessi parametri tecnici e facciamo un’architettura adeguata al materiale, la differenza si è quasi estinta, forse rimane nell’ordine del 2-3%. Altrimenti tutti questi edifici non si farebbero!

Quale risulta ad oggi il tema più critico per i progettisti del legno?

Uno dei grandi problemi della progettazione del legno è quello della standardizzazione normativa. Nell’iter autorizzativo, il controllore è un ente pubblico: a seconda che si abbia a che fare o meno con un tecnico preparato sull’argomento, o semplicemente più interessato, arrivare in fondo all’approvazione del progetto può essere un disastro. È come se tutta l’informazione e l’esperienza di decenni sulla costruzione in legno non sia stato trasmesso. Questo problema è molto forte per l’antincendio: troviamo forti difformità anche all’interno del territorio nazionale, da regione a regione. Ad esempio, succede che la stessa soluzione costruttiva venga accettata in una città, mentre in un’altra si richieda documentazione suppletiva. A causa della poca conoscenza del materiale, vengono imposti requisiti che comportano uno spreco di materiale importante, e quindi riducono il vantaggio economico. È necessario definire parametri tecnici e soluzioni tecniche che vengano accettate su larga scala, che non vengano discusse ogni volta che vengono presentate – esattamente come succede per gli altri materiali. Nel legno, ogni volta bisogna ricominciare da zero – e questo è molto inefficiente e faticoso. 

Questa standardizzazione sarebbe un forte acceleratore per la costruzione il legno. L’altro grande acceleratore sarebbe lo sviluppo di know-how fra i tecnici. Si incontra una resistenza rispetto al legno che alle volte è sconcertante: è paradossale che spesso le persone che più rallentano lo sviluppo della costruzione in legno siano proprio i tecnici, non i clienti! Sono sicuro che molti clienti partono con l’idea di costruire in legno e che poi vengono convinti dall’architetto a non costruire perché “dà troppi problemi”. 

E quali sono le tematiche di ricerca da sviluppare?

Se nel futuro il materiale legno andrà incontro ad un uso sempre crescente in edilizia, prima o poi ci troveremo di fronte ad un limite di disponibilità della materia prima. La sfida è quindi quella di trovare prodotti che ottimizzano in materiale legno. Prendiamo ad esempio l’XLAM: questo prodotto è stato inventato per poter utilizzare tutti i fianchi del tronco, che fino a 15 anni fa le segherie non sapevano come usare. L’idea originaria va quindi in quest’ordine di idee. D’altra parte, costruire tutto in XLAM è eccessivo, comporta un utilizzo di volumi di legna importanti – per cui è un prodotto che va usato solo per certi elementi costruttivi e non per altri. Oltre a combinare diversi materiali in un edificio, è importante combinare diversi sistemi costruttivi in legno. 

Come evolverà il settore della costruzione in legno nei prossimi 20 anni, e quali saranno i passi per arrivarci? 

Noi come azienda puntiamo ad una prefabbricazione sempre più spinta. Questo per due motivi: innanzitutto perché il legno, per le sue caratteristiche di materiale, si adatta in maniera perfetta alla prefabbricazione. Poi, nel processo edilizio il cantiere è sempre un punto molto debole della catena. La progettazione corretta e la prefabbricazione in stabilimento, insieme, garantiscono una qualità molto più elevata rispetto a quello che si potrebbe fare in cantiere. Pensiamo ad esempio ai dettagli tecnici del davanzale della finestra: è chiaro che realizzarlo in cantiere con la stessa qualità che si raggiungerebbe in fabbrica è quasi impossibile. Per garantire livelli qualitativi analoghi dovrei avere personale molto specializzato in ogni fase del cantiere, che è utopia. Purtroppo, nell’uso comune il termine “prefabbricazione” non ha una bella accezione: bisognerebbe trovare un’altra parola – ma i vantaggi sono evidenti.

Il sogno per lo sviluppo dell’edilizia in legno nei prossimi 20 anni è quello di avere una progettazione 3D complessiva e dettagliata dell’edificio, e che una volta approvata si faccia partire la produzione in stabilimento. I progettisti che lavorano nel mondo del legno sono abituati da decenni a lavorare in 3D, con una progettazione che prevede sempre il minimo dettaglio. Questo livello di precisione non è richiesto per il tradizionale, dove (a scapito del costo di cantiere) si procede con lavorazioni che si susseguono con un più ampio margine di discrezionalità. 

Occorre arrivare ad un altro modo di costruire, ossia costruire in maniera digitale ed andare in cantiere solo quando il progetto è finito al 100%. 

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